Social bon ton: essere educati nel web diventa strategia.

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Pubblicato il 5 Novembre 2014

Anche nella società dei social media esiste il bon ton, una buona educazione denominata nella rete “Netiquette”.
Ebbene sì, il web apre le porte a grandi opportunità nel mondo del lavoro, del marketing, della comunicazione sociale, ecc. Richiede, però, il giusto rispetto verso il pubblico, una correttezza nell’esprimersi, la coerenza dei contenuti pubblicati e un tono di voce adatto alle caratteristiche del target.
Quelli elencati sono solo alcuni aspetti che il social bon ton definisce: approfondiamoli insieme e aggiungiamone altri.

La Netiquette.

In Netiquette si fondono il termine inglese network (rete) e quello francese étiquette (buona educazione). Il concetto rivela un insieme di regole, definite per disciplinare il comportamento tra gli utenti nella società del web. Perché è proprio un mondo parallelo quello di cui stiamo parlando, popolato da persone che vivono, discutono, scambiano, criticano, informano.
Spesso rischiamo di trascurare l’educazione e il rispetto nelle relazioni con i nostri interlocutori in forum, blog, mail e soprattutto nei social network. Se vogliamo utilizzare questi canali a nostro favore è bene che impariamo a comportarci nel modo giusto.

Sfruttare il potenziale comunicativo.

Non è una regola, ma un buon consiglio.
Prendiamo come esempio un commento a un post pubblicato su Facebook. Il potenziale comunicativo nasce dal nostro modo di leggerlo e dalla nostra capacità di scovarlo.

Paolo: “Bel posto, peccato che mi ci vogliano 2 ore per raggiungerlo!”
Marco: “Ciao Paolo, questo è il vigneto della cantina che gestisco. Si trova precisamente in via xxx, sulla strada che porta a yyy. È facile da trovare e due ore di viaggio ne valgono proprio la pena, perché puoi passare nella cantina anche un’intera giornata con gli amici. Qui organizziamo percorsi enogastronomici alla scoperta dei prodotti locali […]”

Non è detto che Marco riceverà risposta da Paolo, ma di certo gli amici incapperanno nel suo commento. Se Marco avrà fortuna, qualcuno condividerà le informazioni e più persone conosceranno il suo prodotto.
Sfruttare il potenziale comunicativo è la migliore alternativa alla compravendita di fan e follower nei social network, avviata con il solo scopo di arricchire di utenti disinteressati la propria fan page.
Le persone vogliono da te informazioni, ma sono anche felici di essere coinvolti nei tuoi progetti, di discutere con te e di ottenere risposte ai loro dubbi.
“I mercati sono conversazioni […] sono fatti di esseri umani” afferma il Cluetrain Manifesto: i rapporti sociali on line, infatti, sono fondati su fiducia e rispetto.

Breve promemoria di social bon ton.

  1. Ricorda che puoi essere educato anche nei 140 caratteri di un tweet.
  2. Quando scrivi una mail, non lasciarti condurre dalla pura emozione, ma lascia un po’ di spazio alla ragione, soprattutto nella revisione.
  3. Se vuoi entrare in una conversazione già avviata, saluta, presentati se necessario e attieniti all’argomento: una discussione può servire a farti conoscere, ma non deve essere un luogo di mera promozione.
  4. Commenta in modo chiaro, con parole semplici: chi non è del mestiere ti capirà, i professionisti anche.
  5. Cogli l’occasione di far seguire a un like o a un retweet il tuo pensiero.
  6. Fan e followers esistono tutto l’anno, non solo nei pochi giorni in cui chiedere visualizzazioni e condivisioni: ricordati sempre di loro!

I social media ci rispecchiano.

Dimmi come usi i social media e ti dirò chi sei. Cosa fai, come la pensi e se posso avere fiducia in ciò che dici.
Ebbene sì, il nostro comportamento digitale influisce molto sulla nostra reputazione e di conseguenza sulla nostra affidabilità (di fonti attendibili abbiamo già parlato qui).
E qual è il principale elemento che ci identifica nei social media? Il nostro profilo, che dobbiamo amare e curare come facciamo con il nostro aspetto prima di iniziare una cena romantica, affrontare un colloquio di lavoro (scopri qui come promuoverti on line) o parlare in pubblico a un convegno.
Soprattutto nei social network ci mostriamo a moltissimi utenti, parte dei quali sono probabili clienti o datori di lavoro: pubblicare foto di sbronze, insulti ai politici o critiche alle aziende dove abbiamo chiesto un colloquio (sì, succede anche questo) non è il caso.
Le brutte figure nei social media sono in agguato: dunque, se vogliamo proprio sfogare le nostre avventure e le collere nel web, meglio farlo attraverso profili di fantasia. La soluzione migliore, però, resta sempre un diario chiuso a chiave nel comò in camera!
Qualche consiglio in pillole può aiutarci a frenare i nostri istinti ribelli e preservare la fedina social pulita.

  • Scegli i canali giusti: per chiedere una collaborazione all’autore di un blog puoi utilizzare LinkedIn; per organizzare la tua festa di compleanno meglio usare Facebook.
  • Quando su Twitter hai un nuovo follower, ricambia: seguilo a tua volta e, perché no, presentati e ringrazialo (questo vale anche per Facebook, Instagram e altri social network).
  • Quando un utente commenta un post nel tuo blog, rispondi sempre. Non censurare le critiche (puoi farlo con quelle non pertinenti o offensive), ma approfitta per scrivere la tua opinione e fornire altre informazioni.
  • Quando partecipi ai gruppi di discussione (come in LinkedIn) sii coerente con l’argomento e cerca di seguire l’intera discussione senza sparire subito dopo aver detto la tua.
  • Richiedi l’amicizia su Facebook a chi conosci o a persone che sai condividono contenuti interessanti. Non farlo mai a caso per aumentare il numero di amici e vantarti di essere il più social.
  • Togliere l’amicizia a un utente con il quale non hai mai interagito è un tuo diritto. Toglierla a chi l’hai chiesta poco tempo prima non è buona educazione.
  • Evita il poke e le varie richieste dalle applicazioni. Se non puoi proprio fare a meno di giocare a CandyCrush, scegli di invitare solo chi sei sicuro condivida la tua passione.
  • Un invito a cliccare mi piace sulla tua pagina è più che sufficiente. Lo stesso vale per gli eventi, a cui si aggiunge il buon senso: è inutile invitare il tuo amico ingegnere che lavora a Palermo a un corso di enogastronomia a Trieste.
  • Un solo punto esclamativo basta per esprimere la tua affermazione. Lo stesso vale per quello interrogativo nelle domande. E i puntini di sospensione sono tre!
  • Evita gli emoticon se non hai confidenza con il tuo interlocutore o in conversazioni formali. Limitali in qualsiasi altra discussione.
  • Whatsapp, come Messenger in Facebook, sono applicazioni di messaggistica per mobile e permettono di vedere quando le persone sono on line e quando i messaggi sono stati visualizzati: a lettura effettuata, dunque, si prega di rispondere.

Le 5 regole di bon ton nei social media.

La vita di tutti è diventata un po’ social, ammettiamolo. Ci piace entrare a far parte delle community on line, conversare con gli amici e, perché no, farci anche gli affari degli altri (Facebook docet).
Non sarebbe allora una novità affermare che anche nella vita digitale esiste un’educazione da rispettare. Proviamo a riassumerla in 5 regole con l’onestà intellettuale dei consapevoli che chi di social ferisce, di social perisce.

  1. Pensare prima di pubblicare. Non dimentichiamoci del buon senso quando pubblichiamo post e immagini, perché i contenuti sono facili da replicare e visibili a un pubblico molto ampio (salvo diverse impostazioni sulla privacy, modificabili in Facebook, ad esempio). Quando utilizziamo i tag, ricordiamoci di chiedere alle persone identificate se possiamo pubblicare la foto che le ritrae; oppure quando utilizziamo citazioni di un utente in uno dei nostri contenuti, contattiamolo prima se necessario o inseriamo il suo nome come fonte delle informazioni, ringraziandolo (se è il caso) del servizio offerto.
  2. La serietà non è social. Senza esagerare, inserire nelle nostre pagine e profili battute o immagini divertenti è un ottimo modo per staccare da una routine troppo professionale, mostrare alle persone la nostra ironia e coinvolgerle con un sorriso.
  3. Ispirarsi, non copiare. Informiamoci su case history storiche, sul marketing di successo, su prodotti che hanno utilizzato i social media nel modo giusto, ma non limitiamoci a copiare: così non arriveremmo mai al loro successo e faremmo la figura della brutta copia. Cogliamo gli aspetti a noi utili per ispirarci e per creare qualcosa di nuovo: avremo così una buona base da cui costruire il nostro autonomo percorso.
  4. “Ma sei troppo cooooool!!!”. Limitiamo slang, punteggiatura inutile, emoticon stravaganti e altri segnali infantili che potrebbero identificarci come poco seri e per niente affidabili. Sfoghiamoci piuttosto con amici e fratelli in Whatsapp.
  5. L’importante è interagire. Partecipare alle conversazioni e rispondere ai commenti sui social media (puoi leggere qui un post interessante sulla comunicazione tra social network e blog) è utile per instaurare rapporti, esprimere la propria opinione e conoscere nuovi amici, ma a volte possiamo entrare in situazioni rischiose per la nostra reputazione. Ad esempio potremmo sentirci provocati da una battuta e rispondere con impulsività, oppure cedere all’occasione di provocare a nostra volta. Prima di scrivere un commento che non possiamo più eliminare, ragioniamo sulla risposta migliore da dare e adottiamo quella diplomazia che può salvarci dalle figuracce.

P.S. Non possiamo piacere a tutti: accettiamo le critiche e proviamo a fornire una nostra visione dell’argomento. Se il nostro interlocutore non sarà gentile quanto noi, peggio per lui!

Anche noi accettiamo critiche e raccogliamo i tuoi consigli proprio qui sotto: scrivici!

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