Indicizzare un sito a mano con amore

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Tempo stimato di lettura: 4 minuti, 37 secondi
Pubblicato il 10 Maggio 2013

Prima di cominciare a parlare di indicizzazione su Google una premessa doverosa – sottolineata anche nel post “advanced” di Salvatore Capolupo:

La fase di Indexation NON E’ ED E’ DIVERSA dalla fase di Ranking ovvero del posizionamento.

Chi fa SEO lavora principalmente per posizionare dei contenuti sopra gli altri dei competitor, ma è tutta roba già indicizzata.

Diffida da chi ti offre servizi di indicizzazione scambiandoli per posizionamento, esigi sempre e solo SEO da ranking (semi-cit.)

Se non è chiaro così, te lo spiego grazie all’uso della Triforza.

Indicizzare un sito è la seconda fase

triforzaL’attività sui search engine si svolge in tre fasi:

  • Crawling;
  • Indexation
  • Ranking

La prima è la fase in cui il robot o spider del motore di ricerca va a more, cioè raccoglie i contenuti sul Web nel suo cestino.

La seconda fase, quella che vado a trattare adesso, è la fase di catalogazione di queste more tramite alcuni criteri – cioè se sono rosse o blu – tradotto nel SEOse, se sono contenuti orientati a una parola chiave o a un’altra.
Così si creano gli indici delle pagine dei risultati di Google e se cerchi “more blu” il motore di ricerca ti restituirà quel cestino, non quello delle “more rosse”.

La terza fase è quella in cui il search engine classifica le more – cioè i contenuti – per qualità. Più, secondo centinaia di fattori, un contenuto è di qualità più è visibile; molto banalmente perché appare prima degli altri secondo la parola chiave di riferimento.

Un SEO opera principalmente in questa fase, per ottimizzare e spingere le proprie more a discapito di altre. E’ il mercato, bellezza.

Le prime due fasi sono competenza primaria del motore di ricerca. Ma che succede quando i nostri contenuti non vengono nemmeno indicizzati?
Tocca alzare la manina e dire “ehi, spider fattore, ti sei dimenticato le nostre more!”

Ora vediamo insieme come questo si traduce.

Indicizzare un sito bio

Soprattutto con un sito nuovo di pacca può capitare che Google ci metta un po’ di tempo per accorgersi che esiste: il sottobosco del Web è rigogliosissimo e le nuove piantine spesso sono sovrastate dai vecchi alberi.

In soldoni, se hai un sito già indicizzato i nuovi contenuti lo saranno nel giro di pochi minuti od ore.

Ma se hai iniziato a coltivare adesso il tuo business forse ti serve un intervento manuale. Tutto naturale ovviamente, nessun prodotto strano: solo indicizzazione su Google bio.

Mi è capitato di vedere nuovi siti che, senza alcun intervento, ci hanno messo anche 10 giorni per essere indicizzati.

Come accorgersene? Basta usare l’operatore “site:” sulla barra di ricerca di Google.
ad es. “site:www.sitochesperovengaindicizzato.it”

Se non viene restituito nessun risultato, vuol dire che il sito NON ESISTE agli occhi del motore di ricerca. Bisogna intervenire.

Ah, puoi anche utilizzare l’operatore per vedere quali pagine sono state indicizzate e quali ancora no.

Le 5+1 pratiche base per indicizzare un sito

1. Submit URL: è il tool terra-terra degli Strumenti per i Webmaster offerti da Google. Utilizzabile anche senza registrazione al servizio, IMHO serve relativamente o almeno non mi ha mai dato più di tanto.

2. Visualizza come Googlebot: raggiungibile sempre dagli Strumenti per i Webmaster (il tuo immancabile capanno degli attrezzi SEO) sotto la categoria “Salute” permette di recuperare, pagina per pagina, i contenuti da indicizzare. Bisogna essere loggati al servizio e con il sito inserito ai tools per usufruirne.

3. Sitemap: uno dei miei strumenti preferiti, immancabile anche nei siti avviati. La Sitemap è un file che dovresti immaginare un po’ come il menu à la carte al ristorante che contiene TUTTE le pietan..ehr, i contenuti del tuo sito.

Immagina lo spider che dopo una dura giornata va a mangiare fuori: se gli sottoponi su un file tutto ciò che hai da offrirgli è molto più facile per lui scegliere.

Non fare mai mancare la sitemap al sito: puoi crearla a mano o generarla automaticamente tramite tool online o plugin (se utilizzi un CMS).

Non ti dimenticare poi di sottoporla allo spider attraverso gli immarcescibili Strumenti per Webmaster alla voce “Sitemap” sotto la categoria “Ottimizzazione”.

4. Link sul profilo di Google Plus: Già, la vocazione social del signor G. può darti una mano anche in fase di indicizzazione. Ho notato che inserendo un link al nuovo sito sul proprio profilo di Google Plus, l’indexation ne beneficia in termini di velocità.

5. Link alle pagine su Google Plus: Estensione della pratica precedente. Postando su G+ i link ai contenuti interni del nuovo sito questi finora si sono sempre velocizzati nell’indicizzazione.

5+1. Un link dall’esterno: Il metodo evergreen finora sempre efficace. Parti dal presupposto che il Web è reticolare. Se agganci il tuo nuovo sito a questa enorme mole di contenuti già esistenti ho notato che l’indicizzazione è molto più veloce.
Sarà perché lo spider tesse i fili del Web buttando giù le risorse a lui utili? 😉

Ecco perché inoltre il tuo sito deve essere bio e non utilizzare “pesticidi”: mica vorrai ucciderlo?

Piccolo caso studio

Giusto qualche tempo fa mi è stato girata una richiesta di aiuto di un sito che, nonostante tutti questi accorgimenti, non riusciva a essere indicizzato per tutti i contenuti.

Alla fine, a causa di un plugin male impostato, le pagine non indicizzate presentavano la stringa:

<meta content="noindex,follow" name="robots">

Ovvero si indicava allo spider di NON indicizzare quei contenuti e l’amico Giovanni Luca Braj con occhio da programmatore livello Sauron se n’è accorto subito.

Insomma, cura con amore tutti gli aspetti dell’indicizzazione del tuo nuovo sito se Google è pigro, e poi passa al grosso del lavoro SEO, l’ottimizzazione per posizionarti meglio 😉

Tu hai altri metodi per velocizzare l’indicizzazione?

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