Diventa un “Super Freelance”- intervista a Luca Panzarella

Corso online di Luca Panzanella Super Freelance
Tempo stimato di lettura: 7 minuti, 47 secondi
Pubblicato il 24 Aprile 2018

Cosa vuol dire essere freelance? Cosa deve aspettarsi un giovane che vuole intraprendere una carriera da freelance nel nostro settore? Quali sono le domande che deve porsi e come può organizzare da zero la sua attività per diventare presto un professionista riconoscibile e autorevole nel suo ambito.

A tutte queste domande e molte di più ha risposto Luca Panzarella nel suo ultimo capolavoro: “Super Freelance”.

Precedentemente abbiamo avuto modo di recensire anche un libro di Luca Panzarella intitolato Diventa un Pioniere che ti consiglio di leggere nel caso in cui te lo fossi perso.

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Bando alle ciance, ho pensato che per te giovane lettore che vuoi entrare nel mondo dei freelance e professionisti del web potesse essere utile l’intervista all’autore del corso 🙂 Ma non è tutto, alla fine dell’articolo c’è un’altra sorpresa per te.

Intanto… Buona lettura!

Ciao Luca, grazie per averci concesso questa intervista e per l’accesso al tuo utilissimo corso online “Super Freelance”.

Molte delle cose che ho ascoltato sono state un’illuminazione, nonostante io abbia già anni di esperienza in questo settore a volte nella gestione del cliente cedo a dei compromessi ai quali non sempre è facile arrivare. Immagino ancora di più per un giovane che vuole iniziare questo lavoro mettendosi in proprio quanto possa essere complicato prendere delle decisioni, dalle più semplici alle più complesse come può essere la scelta di “quanto farsi pagare” o della gestione della relazione con il cliente. Oggi quindi faccio un salto nel passato, mettendomi nei panni di chi ora si sta affacciando al nostro mercato e approfitto della tua esperienza per avere le risposte ai primi interrogativi che chi si trova in questa fase di sicuro si pone 🙂

1) Prima di tutto, per iniziare una carriera da freelance ed essere riconoscibile online come esperto del mio settore, quali sono i principali step da compiere?

Sono tantissime le cose da fare, ma nel corso parlo in particolare di tre aspetti che bisogna sempre curare durante la carriera da freelance: brand, connessioni ed esperienza. Faccio un rapido esempio per ognuno dei tre aspetti, così ci capiamo: “brand” è in sostanza ciò che gli altri ricordano di me, l’aggettivo che associano al mio nome. “Connessioni” è dato dalla quantità e qualità delle persone che conosco. “Esperienza” vuol dire aver maturato anni di esperienza su una cosa in particolare, al punto di essere indiscutibilmente più bravi della media.

Dico subito che per curare i tre aspetti in modo completo non basta una vita (lavorativa) e ognuno di noi riesce a diventare bravo in uno di questi non solo per le occasioni che crea ma anche da una capacità innata verso uno degli aspetti. Così spesso trovi il genio incapace di promuoversi; quello che conosce tutti ma sotto sotto non ha molte competenze, e così via. Per questo apprezzo particolarmente chi riesce a coniugare la comunicazione verso l’esterno con il “saper fare”. Questo è in assoluto il binomio vincente per chi vuole fare questa professione.

2) All’inizio spesso non si ha un portfolio e questa può essere una principale criticità nel farsi scegliere in quanto il cliente immagina che l’esperienza sia poca, su cos’altro posso puntare per farmi scegliere?

Sulla fame. Non riesco a trovare un termine più leggero di questo (l’alternativa è “disperazione”, ma ho voluto evitarlo), ma penso sia questo che faccia la differenza. I competitor di sono lì fuori a farsi pagare dieci volte di più di quanto accetteresti tu per il tuo primo lavoro. Questo è un fatto su cui non puoi far finta di niente. Ma mentre loro sono impegnati a fare lavori strapagati, tu hai molto, molto più tempo di loro. Quindi hai molte più opzioni: puoi metterti alla prova con un tuo progetto personale. Puoi unirti a una startup. Puoi offrirti di lavorare gratis per un giorno in un’azienda. Puoi piantonare il tuo datore di lavoro finché non ti prende a fare uno stage. Insomma puoi fare molti più esperimenti e rischiare che questi vadano male. Puoi farlo molto, molto di più che il tuo competitor di cui parlavamo prima. E questo ti permette di risalire molto più rapidamente la montagna che stai scalando.

3) Immagino che non ci sia una formula per la scrittura del preventivo perfetto, ma di sicuro ci sono delle caratteristiche che mi permettono di ottenere un riscontro migliore dal cliente. Qual è una cosa da fare e una da non fare assolutamente nella fase di scrittura e consegna del preventivo?

Partiamo dall’esistenza di un preventivo. Quando ho cominciato non li facevo perché era una parte del mio lavoro che mi annoiava. Poi è arrivato il primo cliente non pagante. E da lì, magicamente, mi sono messo a fare i preventivi.

Poi è successa una cosa: avevo paura di parlare di soldi con il cliente. E quindi finivo per inviare il preventivo via email senza troppa convinzione. Finché ho capito che il preventivo va inviato solo quando hai trovato già l’accordo con il cliente, preferibilmente di presenza, perché un accordo è fatto non solo dal contenuto di quello che stai dicendo, ma anche dal tuo tono di voce, dalla sicurezza che trasmetti quando parli col tuo cliente e dall’emozione che lui prova quando sente di aver concluso l’affare.

E poi per finire è successa una terza cosa: che io nel preventivo scrivevo e-commerce, ma il cliente capiva “Amazon, ma molto più completo”.

Quindi da lì ho cominciato a diventare un nazista sulle funzionalità da aggiungere in corsa. Se una cosa non è scritta nel preventivo, allora per me non esiste. Nessuna eccezione.

4) Nel corso durante le lezioni dedicate alla ricerca del cliente c’è un capitolo intitolato “Invece di cercare, fatti trovare”. Puoi spiegarci meglio cosa intendi?

Quando hai appena cominciato a lavorare come freelance, sei pieno di entusiasmo e hai voglia di conoscere tutti. Così ti sposti da un evento a un altro e, di solito, questo è il processo più semplice per ottenere i primi clienti. Ma questo modello di generazione del business non può essere automatizzato. Questo non è necessariamente una cosa negativa, però certamente è un bell’impegno da mantenere in maniera costante e per un numero elevato di anni.

Nel video faccio l’esempio di un mio amico giornalista che, anziché andare ogni giorno a bussare alle porte di potenziali clienti, ha ben deciso di creare il suo giornale online, che oggi fa decine di migliaia di visite al mese. Una piccola percentuale di questo traffico si trasforma in clienti che cercano lui per avere un articolo. Non c’è dubbio che creare un giornale online con un buon traffico sia una missione molto impegnativa, ma una volta che hai creato un “asset”, una risorsa del genere, hai praticamente risolto IL problema di ogni freelance; e lo hai risolto, potenzialmente, per tutta la tua vita lavorativa.

5) Il capitolo dedicato alla creazione di un funnel di vendita è stato molto interessate. In pratica vuoi dirci che c’è bisogno di una strategia chiara e definita prima di “lanciarsi nella mischia”?

Questo credo che sia un problema molto diffuso quanto sottovalutato. Il fatto è che il luogo in cui ci troviamo ci condiziona molto più di quello che pensiamo. Così cominciamo a vendere i nostri servizi in modo casuale, partendo dalle persone che ci stanno vicino. Magari questo produce un risultato apparentemente positivo, così continuiamo a farlo. Ma in tutto questo non ci siamo mai chiesti: ma io, con questi clienti, ci voglio davvero lavorare? Le cose che mi chiedono di fare, sono ciò che voglio fare? Mi pagano abbastanza perché io possa continuare a farlo?

Supponendo anche di aver risposto sì a tutte le domande, cosa  non scontata perché presuppone che tu sappia chi sei, cosa sai fare e cosa cerchi, a questo punto mi chiederei: sto compiendo tutte le attività che servono per generare dei clienti, i clienti che io voglio? Se ad esempio i miei clienti ideali mi trovano su Facebook, sto facendo qualcosa perché la mia visibilità su Facebook aumenti nel tempo? Se i clienti arrivano dagli incontri di networking, mi sto impegnando nel conoscere nuove persone in modo costante? Insomma, spesso ci facciamo prendere dalle occasioni che troviamo per puro caso. Questo produce risultati casuali. E quindi una carriera lavorativa casuale: in alcuni casi andrà bene, in altri no.

Luca io ti ringrazio davvero tantissimo, mi avrebbe fatto piacere poter seguire il tuo corso quando ho iniziato a lavorare in questo settore, di sicuro mi sarei risparmiata un po’ di confusione!

6) Ti va di lasciare ai nostri giovani lettori che vogliono diventare dei Super Freelance un ultimo consiglio d’oro?

Fare il freelance è uno dei modi più potenti che io conosca per sentirti libero di modellare il tuo destino, lavorativo e non. Il più grande consiglio che possa darti è quello di investire tutte le tue forze per capire quale sia il tuo e poi, una volta capito, fare altrettanto per raggiungerlo. Non c’è altro.

Cari lettori, come promesso la vostra sorpresa:

Il corso è appena partito e ho bisogno di un po’ di recensioni. Per questo sono felice di dare un codice sconto ai lettori di Webhouse a un prezzo davvero simbolico di €10, per una settimana a partire dalla pubblicazione di questa intervista.

Eccolo: https://www.udemy.com/super-freelance/?couponCode=WBH18S

Se vuoi puoi seguire Luca e la sua pagina “vivere freelance” anche su Facebook.

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