Dimmi che Marketing Usi e ti Dirò chi Sei

Tempo stimato di lettura: 4 minuti, 36 secondi
Pubblicato il 11 Dicembre 2013

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei […] questa frase di Johann Wolfgang Goethe può essere benissimo applicata anche al marketing e con buona pace di Goethe possiamo affermare:

Insieme analizzeremo tre modi di comunicare al pubblico e potremo capire quali strategie utilizzano i grandi brand per concentrare l’attenzione su di loro e far in modo che se ne parli catturando l’attenzione.

Nissan originale a Basso costo

Il primo esempio di comunicazione efficace ce la fornisce il team di Nissan, che per una sua campagna ha usato uno strumento simpatico per richiamare a sé l’attenzione del suo pubblico, si chiama stickering.

Lo stickering è una delle tecniche di guerrilla marketing più creative e d’effetto, nonché più dirette e visibili, adottato dalle aziende per creare brand awareness a basso costo. Consiste nell’attaccare adesivi di vario genere – ovviamente brandizzati – su qualsiasi cosa: dalle automobili ai muri, dai marciapiedi alle panchine e ai segnali stradali, molti possono essere gli oggetti su cui attuare lo stickering. Nello specifico i ragazzi di Nissan hanno creato questo particolare sticker da inserire sugli specchietti delle macchine per rispondere ad una semplice domanda: qual è la differenza tra avere un’auto con il Park Assist e averne una senza? E’ che se hai un auto con il Park Assist non serve più un amico che da fuori ti aiuti a parcheggiare correttamente.

stickeringIl messaggio da comunicare è molto chiaro e diretto, si vuole porre l’accento sul nuovo sistema di parcheggio Park Assist, ma invece di comunicarlo esaltando, come nelle classiche pubblicità, i vantaggi di questo nuovo sistema attraverso grafici di prestazione e testimonianze di esperti del settore sono andati direttamente alla radice rispondendo alla domanda più elementare che un utente Nissan avrebbe potuto rivolgere alla casa automobilistica nipponica. Il gioco della comunicazione è stato quindi di anticipare le esigenze del cliente fornendo la soluzione prima della formulazione del quesito. Invece di arroccarsi dietro definizioni tecniche e complicati calcoli ingegneristici hanno colpito il target dell’automobilista tipo che bada più alla praticità che allo studio meccanico. Data la sua facile replicabilità e la sua diffusione sul territorio, il progetto Park Assist di Nissan è un buon esempio di comunicazione non convenzionale che mira a farsi notare oltre il muro della comunicazione tradizionale.

Samsung e la sfida dei 60 minuti

Un altro esempio di campagna di comunicazione molto azzeccata è quella svolta dal team Samsung alla stazione ferroviaria di Zurigo. Il gioco era molto semplice: chi riusciva a fissare un Galaxy S4 per un’ora senza distrarsi vinceva il telefono in questione, per chi non riusciva nell’impresa era stato previsto un premio di consolazione che prevedeva uno sconto variabile a seconda del tempo trascorso a guardare lo schermo. Il colpo di genio della Samsung è stato anche quello di pubblicizzare non solo il prodotto fine a se stesso, ma anche un sistema chiamato Smart Pause che, grazie alla videocamera frontale, mette il video in pausa non appena si distoglie lo sguardo dallo schermo AMOLED. Inutile dire che non è tutto semplice, soprattutto quando intervengono una serie di distrazioni create ad hoc.

In questo esempio, al contrario del precedente, ci troviamo di fronte ad una comunicazione che punta ad un coinvolgimento di massa più che ad un colloquio one to one con il pubblico. Tutta la comunicazione ruota sulla vincita del telefono e a cosa saresti disposto a fare, o meglio a non fare e vedere, per poterlo avere. Le interruzioni e i disturbi sono creati ad arte per coinvolgere anche lo spettatore passivo e immergerlo nella dimensione di gioco. Grazie a queste suggestioni di Visual Marketing si viene a creare la giusta cornice che rende il prodotto videoludico divertente e quindi subito virale.

Constatate di persona il risultato finale di questa grande campagna! (quì)

Curse of chucky

Il cinema è una fucina di idee creative e di impatto, la fabbrica dei sogni come viene chiamata, è capace di inventarsi di tutto pur di attirare l’attenzione del proprio pubblico verso le sue opere. Una delle ultime trovate oltre oceano è il Prankvertising, dalla fusione delle parole prank (scherzo) eadvertising (pubblicità). Si tratta di un sottogenere del più comune guerrilla marketing, che però non si limita a stupire o a scatenare la risata degli spettatori, ma prende di mira uno o più soggetti precisi arrivando a volte a spaventarli. In realtà, il prankvertising non può certo essere definito una novità in materia di pubblicità non convenzionale; tuttavia, le agenzie ricorrono sempre più spesso a questo strumento perché, grazie a internet e alla sfera social, un video divertente o scioccante può diventare viral con milioni di visualizzazioni in pochi istanti e scatenare così un passaparola o buzz molto utile all’azienda pubblicizzata.

In questo ultimo esempio la comunicazione è volta a suscitare forti emozioni ad un target ignaro della comunicazione che sta per avvenire, si cerca di stupire con atti eclatanti, paurosi oppure estremamente emozionali: ogni Prank ha delle caratteristiche che lo denotano. A titolo di esempio possiamo ricordare il Meteor Prank di LG dove al posto di una finestra di un normalissimo ufficio viene installato un televisore ultra piatto dove viene proiettata una sequenza filmata di un asteroide che cade sulla città, il bellissimi Prank a sfondo Horror per la promozione del nuovo Carrie e Chuky dove invece si punta ad una simulazione nella realtà dei personaggi propri del film.

Ti ho mostrato le tre campagne che più mi hanno incuriosito, emozionato e divertito. Ora è il tuo turno: lascia il tuo commento e condividi le tue preferite!

Shares