Care parole vi scrivo: business writing con Luisa Carrada

Tempo stimato di lettura: 3 minuti, 2 secondi
Pubblicato il 13 Gennaio 2017

Arrivo.
Mi siedo in seconda fila.
Appoggio sulle ginocchia il mio blocco di fogli bianchi.
Alzo gli occhi di tanto in tanto. E ascolto.

Luisa Carrada parla di business writing. L’attenzione è alle stelle!

Testi di oggi.

Un ibrido tra oralità e scrittura. Una scrittura che, anche grazie al web, si presenta senza confini. Ecco presentati i testi di oggi.
Liberate dalla carta, le parole stanno ovunque e dilagano su dispositivi, luoghi e tempo.
Già, ce le portiamo dappertutto, e quante ne vogliamo.

Quando scriviamo, partiamo dalla prima frase, dove germoglia la nostra grande idea, e proseguiamo con informazioni, spiegazioni, storie e molto altro.
Attraverso le parole proviamo a trasferire un’immagine, un’emozione. E lo facciamo per trasmettere nel modo migliore il nostro messaggio, per coinvolgere i nostri lettori.

Dunque, le parole sono importanti e dobbiamo utilizzarle con correttezza, buon senso e amore.

Regole, consigli e raccomandazioni per evitare infarti linguistici.

  • Non utilizzare il gerundio per unire le frasi.
  • Crea un file e nominalo “black list”: qui inserirai la lingua omogeneizzata in cui ogni giorno ti imbatterai.
  • Poi, giura che non la userai mai.
  • Quando scrivi un testo aziendale, devi iniziare dalle informazioni su cosa fa l’azienda, poi, se vorrai, racconti il suo passato (un consiglio che vale soprattutto per i testi che saranno letti anche su mobile, in velocità).
  • L’ordine delle parole conta, soprattutto all’inizio del testo.
  • Frena le autolodi.
  • Evita i verbi imperanti e paternalistici come consentire, permettere, mettere in grado… (quest’ultimo, ad esempio, presuppone che il soggetto non sia in grado).

Cosa vuole il cliente da un’azienda?

Innanzitutto vuole con-versare, che l’azienda gli parli conversando, mettendosi alla pari con lui.

Non partire dal prodotto, dalla sua descrizione e altri dettagli. Inizia dal problema del cliente, per poi arrivare al tuo prodotto. Mettiti dal punto di vista del cliente.

Le conosci le 3 P?

  • Person
  • Problem
  • Pain

Concentrati su quale problema toglierai al cliente con il tuo prodotto.

Ma soprattutto, prima di scrivere, fatti le domande giuste!

  • Qual è il bisogno preciso del cliente?
  • Quale problema gli risolvi?
  • Cosa vuoi che il cliente faccia, sappia, senta, dopo aver letto il tuo testo?
  • Qual è il tuo obiettivo?

Scrivere per i nuovi schermi.

I tempi sono cambiati, ce ne siamo accorti anche attraverso i nuovi dispositivi su cui leggiamo. Ma come scrivere nel modo più adatto per questi schermi?
Innanzitutto identifichiamone le caratteristiche:

  • manca il contesto,
  • la prima schermata mostra solo l’inizio del testo,
  • la colonna di testo è stretta e difficile da leggere,
  • la lettura è fatta in mobilità, dunque con parecchie distrazioni,
  • scrollare velocemente diventa un’azione naturale.

La soluzione?

Non scrivere meno, ma scrivere meglio. Inserire il messaggio principale all’inizio del testo. Utilizzare parole che formino espressioni chiare e veloci da comprendere. Evidenziare con i grassetti i termini più importanti e inserire qualche trucco grafico per vivacizzare e rendere più fluente la lettura.

  • Punta sull’incipit: può rivelarsi la tua ancora.
  • Non aver paura degli spazi nel testo: sono pause rigeneranti se creano armonia visiva.
  • “I microtesti sono ambasciatori”: titolo, abstract, sottotitoli, caption sono gli elementi che invogliano il lettore a proseguire il racconto.
  • Parola d’ordine, semplicità: periodi brevi (non più di 30 parole).
  • Il verbo deve arrivare subito.

Care parole vi scrivo.

Come devono essere le nostre parole per un testo ideale?

  • Concrete.
  • Precise.
  • Vivide (che creano immagini nella mente di chi legge).
  • Belle.

E i verbi?

  • Brevi.
  • Naturali.
  • Forti (devono muovere all’azione).

Grazie Luisa. Questa è solo una sintesi del tuo workshop, ma spero di essere stata utile a chi non ha partecipato. A presto.

E tu, carissimo lettore, che ne pensi? Qualche consiglio da aggiungere alla lista?

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