3 cose utili imparate al Web Marketing Festival 2015

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Pubblicato il 30 Giugno 2015

È appena passata una settimana dal Web Marketing Festival 2015 e sì, io c’ero. Due giorni di formazione e di confronto per tutti i professionisti del web, che mi hanno dato spunti interessanti su cui lavorare.

Spunti che ho annotato in pagine e pagine del mio taccuino e che raccolgo in questo post con 3 consigli utili per voi e per me. Pronti?

Vade retro Antilingua!

Ammetto di essere una fanatica di inglesismi e avverbi. Amo i primi perché mi permettono di descrivere un concetto usando una sola parola, invece di un’articolata perifrasi. I secondi sono per me tocchi colore in un testo bianco e nero.

Dopo aver seguito il workshop di Valentina Falcinelli, aka Pennamontata, devo però rivedere alcune mie credenze. Partiamo dal concetto di antilingua, che Italo Calvino descrisse nel 1965:

Caratteristica principale dell’antilingua è quella che definirei il ‘terrore semantico’, cioè la fuga di fronte a ogni vocabolo che abbia di per se stesso un significato […]. Nell’antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago e sfuggente.

In sintesi l’antilingua è la capacità e volontà di complicare una lingua semplice, utilizzando un linguaggio troppo articolato e costruito, fatto anche di termini tecnici e avverbi. Ecco sappiate che ogni giorno noi con l’antilingua uccidiamo la lingua italiana. Ma come fare per tornare ad una pro-lingua?

Semplifichiamo! Utilizza un linguaggio facile, chiaro e preciso. Lascia perdere orpelli inutili, parole tecniche, sigle e inglesismi, costruzioni troppo complesse. Metti il lettore al primo posto, alla fine stai scrivendo per lui e non per te stesso.

Usa una sintassi semplice, con frasi non più lunghe di 40 parole. Rendi il testo leggibile, la formattazione è tua amica. Scegli una grafica pulita, perché non sei al carnevale di Rio (cit. @valefalci).

I numeri e le statistiche non sono il male

Sto cercando di farmene una ragione. Dico sempre che ho deciso di scrivere, perché non sono brava i numeri. Beh, è arrivato il momento di prendere i numeri per le corna e analizzarli.

I dati racchiusi nelle statistiche di ogni piattaforma, social o non, sono moltissimi e sono utili per capire chi sono i nostri lettori. Sapere chi ci legge, quando, come e perché lo faccia è fondamentale e credo molto sottovalutato.

Non sto parlando di numeri nudi e crudi, di visitatori unici o altra fuffa che molti blogger usano nei loro media kit. Sto parlando di un’analisi statistica, di un’interpretazione dei dati, volta a verificare e monitorare strategia e obiettivi. Analizzare i dati per migliorare e migliorarsi.

Tra i tanti strumenti nominati durante il workshop di @DonClaudissimo segnalo, tipo lista della spesa, TalkWallker e Google Alert per monitorare le SERP, Mention.com e Meltwater.com per monitoraggio All-in-One, Tweetreach per Twitter e HshTags.com per i tag sui social.

Il Content Marketing è la nuova SEO

Sfatiamo subito tre miti: content is king, la SEO è morta, le infografiche sono virali. @Matteo_Monari ha chiarito che sì, content is king, ma solo se questo ha un valore, un’utilità e non è solo un post markettaro o aggregatore di link.

I contenuti che raccontano, che hanno un’utilità, sono la nuova frontiera della SEO. La loro condivisione sui social e con link negli altri blog, ci permette di accrescere l’autorevolezza ed anche il ranking nelle ricerche. Ecco perché le infografiche fino a qualche mese fa rappresentavano un ottimo strumento per aumentare condivisioni e fare linkbuilding.

Le statistiche oggi ci dicono che la moda è passata e servono nuovi format. Tra i suggerimenti di Matteo voglio citare l’idea di creare mappe interattive, contenuti scaricabili, magari usando forme di pagamento social, interviste tematiche per fare leva sull’ego dell’intervistato e del suo seguito, ed infine contenuti interattivi personalizzati, come test o domande che diano risultati individuali (es. Che tipo di freelance sei?).

Tirando le somme del #wmf15: semplifica il tuo linguaggio, monitora la tua attività online e sii creativo per essere condivisibile!

E tu se dovessi concretizzare il #wmf15 quali consigli mi daresti?

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