Visual Storytelling Day: i brand comunicano per immagini

Immagine originale tratta da Fotolia
Tempo stimato di lettura: 4 minuti, 18 secondi
Pubblicato il 17 Febbraio 2014

Il 25 gennaio 2014 al Talent Garden di Milano ho avuto il grande piacere di partecipare al Corso di Visual Storytelling organizzato dallo Studio Samo di Bologna.

Una giornata dove i protagonisti indiscussi sono stati i social network che vivono di immagini, come Pinterest, Instagram, YouTube, Tumblr e naturalmente il buon vecchio Facebook (che proprio in questi giorni compie 10 anni).Quattro i preparatissimi panel:

  • Valentina Tanzillo ha introdotto il corso e ha poi tenuto un intervento su Pinterest
  • Nicola Carmignani e la sua barba si sono occupati dell’amatissimo Instagram
  • Valentina Vellucci ha esaminato YouTube e Tumblr
  • Leonardo Pavanello ha esaminato la parte visual relativa al buon vecchio Facebook

Eravamo veramente in tanti a scoprire i segreti del visual storytelling: è stata una giornata molto intensa, ricca di spunti interessanti per aiutare le aziende a raccontare il proprio brand attraverso le immagini.
E’ stata anche un’occasione per poter rivedere delle amiche e per conoscerne delle altre, un’ottimo modo per fare networking.

#Rivoluzione visual

La comunicazione di oggi diventa giorno dopo giorno sempre più visual, il ruolo cardine dell’immagine è indiscusso, in quanto consente di trasmettere in modo pressocché immediato emozioni e valori.
Valentina Tanzillo – nel suo panel introduttivo – ha parlato di era dell’Imagesphere.
Pensate, il 70% delle azioni sui social media coinvolge le immagini: per fare un esempio, ogni giorno sono più di 300 milioni le foto condivise su Facebook.
Un dato importantissimo in tal senso: persino un social network come Twitter, piattaforma di micro-blogging nata per condividere informazioni sotto forma di testo breve, si sta allineando alla rivoluzione visual.

Ecco perché i brand devono imparare a raccontarsi attraverso le immagini, attraverso le emozioni che esse sono in grado di suscitare nella gente. Questo significa fare visual storytelling.

#Rispettare le regole

Ogni social ha le sue regole, il suo galateo ed è per questo che bisogna adeguare le immagini al canale: per esempio, le amatissime infografiche non vanno bene per Facebook (perché non vengono visualizzate per intero), dove invece spopolano i Meme.
I ragazzi di Studio Samo hanno toccato anche un argomento tanto caro alle aziende. Le foto amatoriali.
Le foto amatoriali non vanno bene per raccontare il brand, quindi mano al portafogli!
Caso a parte sono le foto used generated, cioè scattate dagli stessi addicted al brand. Per fare un esempio celeberrimo, cito il caso Coca-Cola o Nutella che sono diventate delle vere e proprie campagne viral. Ammettilo, anche tu hai scattato una foto alla lattina che portava il tuo nome e ti sei fatto un selfie con i baffi sporchi di crema alle nocciole!

#Piano di SMM integrato

Come per gli tutti gli altri canali social, anche per quelli visual tutto ciò che si posta va integrato nel piano di social media marketing: quindi bisogna pianificare, pubblicare, interagire e analizzare i risultati. Non si pubblica né in maniera compulsiva né ogni morte di papa. Tutto deve essere soppesato, ma l’immagine che ne deve uscire deve essere comunque spontaneo.

#Alcuni consigli

Ecco alcuni consigli interessanti che sono stati snocciolati durante la giornata e che ho selezionato in ordine sparso:

  • rispondere sempre ai commenti dei follower (o fan che siano), non dimenticare che i tuoi clienti sono i migliori promoter che il brand possa desiderare e trovare (vale per tutti)
  • promuovi i tuoi prodotti in maniera creativa: non pubblicare il catalogo, ma foto simpatiche o che suscitino emozioni condivisibili (ti ricordi dell’ideavirus di Godin?), magari potresti mostrare il dietro le quinte dietro il tuo brand (vale per tutti)
  • non duplicare i contenuti sui diversi social. Ogni social ha il suo linguaggio visivo! [da marchiare a fuoco!]
  • l’ideale è creare un hashtag/Tag che identifichi il tuo brand, usandolo sempre (Istagram e Tumblr)
  • non inserire hashtag come se non ci fosse un domani, il numero ideale è 5 (Instagram)
  • fai più scatti, non usare direttamente la fotocamera di Instagram: meglio editare le foto dallo smartphone con altre app.
  • su Pinterest le foto devono essere più patinate, non amatoriali, quelle vanno bene per Instagram.

#Tumblr: il social dove i contenuti si amano!

La rivelazione (almeno per me!) è stata senza dubbio Tumblr. Ecco cosa ci ha spiegato la  bravissima e competente Valentina Vellucci su questo argomento:

  • pochi lo usano in Italia (arrivare per primi non è male!)
  • non è un social adatto a tutti: si usa quando si ha una strategia social molto strutturata
  • per essere trovati bisogna usare i tags
  • non è un social ossessivo, qundi non si deve postare come i forsennati (vale per tutti i social, come già detto!)

Tumblr può essere usato in maniera intelligente per fare personal branding.
E’ stato portato ad esempio il caso di Calzedonia, che ha usato il socialnetwork come piattaforma multiculturale. Le blogger hanno avuto la possibilità di scrivere del brand raccontando come le donne di tutto il mondo indossano le calze mediante un tag (#trandspotting). In questo modo hanno ottenuto che delle persone esterne parlassero del brand e allo stesso tempo controllando allo stesso tempo contenuti e link, conferendo un grande valore aggiunto: il lato umano.

Beh, io dico che di carne al fuoco ce n’è. E dico anche che la strada giusta sia studiare delle strategie ad hoc rivolte ad uno storytelling che giochi soprattutto sull’immagine integrate alle pratiche di SMM.

Che aspetti, azienda? Vuoi provarci?

Shares