Twitter, l’ufficio stampa cinguettante

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Pubblicato il 7 Gennaio 2013

L’espressione “me l’ha detto un uccellino”, divenuta popolare anche grazie a una canzone dello Zecchino d’oro del 1964, non è mai stata più calzante di così: per tenersi aggiornati sulle notizie del giorno, sulle peripezie del vip preferito o su argomenti più seri quali cronache di disastri ambientali, il punto di riferimento è diventato proprio un uccellino blu, l’uccellino di Twitter.

Quelli che una volta erano compiti del cosiddetto ufficio stampa, sono stati oggi quasi interamente rilevati da Twitter. Ma come si è arrivati a questo? Ed è un bene o un male per l’informazione?

 L’ufficio stampa e la sua evoluzione

La struttura che, per eccellenza, si occupa dell’informazione giornalistica verso l’esterno è l’Ufficio stampa. Da quest’organo – che viene ritenuto l’unica fonte ufficiale in grado di diffondere notizie – partono tutte le comunicazioni relative all’azienda, all’ente o alla persona alla quale fa riferimento.

Tuttavia, the medium is the message, affermava profeticamente Marshall McLuhan nel 1964 (che, coincidenza, è lo stesso anno della canzone citata in precedenza): ciò che è cambiato nel tempo, infatti, non è il tipo di informazione diffusa, ma il mezzo attraverso il quale quest’ultima viene veicolata.

L’introduzione sul mercato di prodotti quali smartphone e tablet ha dunque avviato un nuovo modo di concepire l’informazione, sebbene non sia stato l’unico promotore di tale cambiamento.

E’ solo con l’avvento dei social media, infatti, che l’informazione cambia volto. E i protagonisti di questa svolta epocale sono proprio gli utenti.

User generated content e citizens’ journalism

Il concetto dell’UGC (in italiano, Contenuto Generato dall’Utente) ha fatto la fortuna di piattaforme quali Facebook, Pinterest e, nel nostro caso, Twitter. Consiste nella possibilità, da parte dell’utente, di creare egli stesso i contenuti che, successivamente, condividerà attraverso appositi “contenitori di informazioni”, altresì detti social media. Si diffonde così la cultura del post su Facebook, del pin su Pinterest e del tweet su Twitter.

Chiunque può creare e diffondere i propri contenuti. E se questi contenuti fossero anche notizie? Ecco spiegati fenomeni come il cosiddetto Citizens’ Journalism (o Giornalismo Partecipativo), una tipologia di giornalismo fatto da non addetti ai lavori che riportano sul proprio blog o profilo social un avvenimento che hanno vissuto o semplicemente visto in prima persona, sia esso un incidente, un fenomeno atmosferico o un evento legato ad una persona importante.

E cosa avviene su Twitter se non quanto appena descritto?

Twitter, moderno ufficio stampa

E’ in questo modo che Twitter ha soppiantato (o quasi) il classico Ufficio Stampa, divenendo a tutti gli effetti una fonte informativa privilegiata.

Questo ha fatto sì che il popolare servizio di microblogging venga oggi considerato uno strumento di alta democrazia, dando a tutti voce e possibilità di creazione di notizie.

Concludendo, lunga vita a Twitter e al suo intento democratico; ma un quesito sorge spontaneo: concedendo tale potere (quello di creare notizie) a chiunque non si corre il rischio di un’informazione falsata ed eccessivamente soggettiva? Non che ognuno non possa dire la propria, ma in questo modo, dov’è andato a finire quel concetto fondamentale per il mondo dell’informazione chiamato autorevolezza della fonte?

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