Il tuo nome su Google? Qualcuno lo sta già cercando

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Pubblicato il 28 Ottobre 2013

La domanda che ci poniamo oggi è la seguente: “Hai mai cercato il tuo nome su Google?”. Se la risposta dovesse essere “No, so già dove trovarmi…” allora l’articolo sarà sicuramente interessante per te.

Qualunque sia la tua professione, titolo di studio, interessi, situazione sentimentale o preferenze di ogni tipo è necessario che tu prenda consapevolezza che oltre al tuo “io” esiste una versione digitale di te, disponibile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 (compresi i festivi!) e accessibile da un qualunque computer, smart phone o tablet connesso in Rete.

La tua identità digitale vale più del tuo biglietto da visita (su cui hai passato ore ed ore per scegliere il giusto formato, combinazione di colori e lettering) e ancor più del tuo sito web o portfolio online o del mitico completo griffato che indossi per incontrare un potenziale cliente o per affrontare un colloquio di lavoro: quello che il web sa di te è tutto ciò che le persone stanno leggendo in questo momento.

L’argomento di questo articolo è il Personal Branding, ovvero il “considerare sé stessi come un marchio o brand e gestirne la comunicazione e la promozione attraverso attività mirate e strategie definite al fine di ottenerne un vantaggio tangibile e misurabile, generando valore”.

Un buon esempio

Facciamo un esempio molto semplice: sei alla ricerca di lavoro e invii il tuo splendido curriculum all’azienda di tuo interesse, leader indiscussa nel settore del… confezionamento di cibo per cani. (Sì lo so, ma è giusto un esempio). Hai studiato a fondo la filosofia dell’azienda, ti piacciono i cani, sei il miglior confezionatore sulla piazza: il posto è sicuramente tuo!

All’interno dell’azienda ricevono il tuo curriculum, sono entusiasti della tua cover letter e leggono che non vedi l’ora di entrare a far parte del team di lavoro, ma qualcuno propone: “Cerchiamo qualche informazione su di lui in Rete”.

Dramma.

Compaiono le vecchie foto in cui getti un cagnolino in mare per gioco con amici, un articolo di quando ti sei incatenato nudo ad un palo a difesa del diritto di avere un nuovo McDonald dietro casa e (il peggio del peggio) la tua immagine di copertina su Facebook con quell’amabile gattino che ti piaceva tanto!

Certo, potrebbe darsi che sorvoleranno su questi aspetti e sarai comunque invitato ad un colloquio, in fondo è il tuo curriculum quello che conta. Oppure no?

Esistono agenzie specializzate in attività di head hunting (no, non come Lorenzo Lamas in Renegade), ovvero di occupano di ricercare figure personali per determinate posizioni di lavoro. Tra gli aspetti che vengono presi in considerazione, oltre che, ovviamente, un profilo in linea con le aspettative di esperienza, competenza, retribuzione e professionalità anche una serie di “soft skills” (competenze morbide) che vanno a toccare aspetti a cui non avresti mai pensato, tra cui, l’analisi della tua identità digitale e il tuo modo di agire online.

A questo punto? Sei già andato a cercare il tuo nome su Google?

Gli scenari

L’esempio per chi cerca lavoro è a scopo puramente didattico, tuttavia immaginiamo uno scenario alternativo: ti proponi ad un nuovo cliente come web writer, esperto di social media, sviluppatore web, web designer o esperto di comunicazione, avete collaborato con grandi nomi, il sito personale è lindo e pinto (aggiornato appena due giorni prima per fare bella figura…!) ma ecco che provano a cercarti online: cosa troveranno?

1. L’eterno assente Nulla. Neanche a pagina 22 di Google (se qualcosa non c’è prima di pagina 22 si può assumere che quantisticamente non esista).

La prima cosa che si domanderanno è se hai fornito i tuoi reali nome e cognome, tuttavia la mancanza di informazioni può generare le prime problematiche: “Hai scritto per qualche webzine?”, “Non ci sono siti che parlano dei tuoi lavori?”, “Non hai neanche un account Facebook?” Le risposte a questi interrogativi potrebbero riguardare la ricerca della privacy, il non voler avere dati pubblicati chissà dove o che non ti piace la vita digitale.

Sarebbe comprensibile per chi si occupa di studiare il comportamento del salmone canadese in Alaska, ma se stai proponendoti per un progetto dell’economia digitale…beh, non sarai molto credibile!

2. Quello che “non ci avevo pensato” “Ecco qui c’è il mio profilo Facebook, poi più giù un articoletto della mia laurea, a pagine cinque ci sono le foto del concorso astronomico a cui ho partecipato al liceo e il mio profilo Badoo” (esiste ancora Badoo?).

“No sa, è che lavorando tanto non ho mai pensato a lavorare sul rendere semplici ed accessibili le mie informazioni online.” – Anche in questo caso, sebbene le informazioni non siano esaurienti al punto da poter trarre giudizi, la difficoltà del rintracciarti online lascia pensare ad un lavoro saltuario, poche possibilità di mostrare il proprio talento o semplicemente nessun interesse per recensire il proprio lavoro. Non è che avrai la stessa “cura” per il progetto del tuo Cliente?

Da un professionista mi aspetto che sia protagonista della Rete non un semplice fruitore.

3. Quello che “è stato anni fa!” In questo profilo ricade l’esempio fatto per il colloquio con l’azienda di confezionamento cibo per cani: tutti abbiamo una vita e durante il nostro percorso capita di fare qualcosa di sconsiderato, non ponderato o, semplicemente, stupido. Sebbene sia convinto che errare sia la maniera migliore di imparare, far sì che questi errori non vengano “gestiti” nel lungo periodo significa continuare a sbagliare, pur non ricadendo nelle stesse “trappole” del passato.

Un video divertente pubblicato da amici anni prima è ancora disponibile su You Tube, una petizione firmata su un portale tematico, un articolo su una webzine, un commento stizzoso e pieno di volgarità, insomma, tutto ciò che potrebbe arrecarti imbarazzo in una situazione di lavoro o personale deve essere gestito quanto prima e utilizzato a tuo favore.

UPDATE: 4. Quello che…non sono io! Questo profilo nasce dal gentile commento di un lettore (Grazie Andrea!). Cosa capita se, cercando il vostro nome, dovesse apparire un vostro omonimo? Che magari opera nella vostra stessa città, nel vostro stesso settore? E che ogni giorno potrebbe prendere forza e visibilità dalle vostre attività online e raccogliere nuovi clienti al vostro posto?

In questo profilo ricadono anche i casi di omonimia nazionale: personaggi pubblici che a più riprese occupano la cronaca o l’attualità nazionale e che, a causa del proprio nome o cognome, scalzano la vostra identità con articoli di varia natura (positivi e negativi) per cui l’unica risposta possibile è: “Non sono io!”.

5. Quello che ci ha lavorato. Esistono infine i profili che sono stati costruiti. Vuoi perché il tuo nome è impronunciabile e sei l’unico ad averlo sulla Terra, oppure perché hai lavorato per creare un’identità digitale robusta, quando capiterà che qualcuno cercherà il tuo nome online, farai un figurone e, se la prima impressione è quello che conta, farne una ottima ancora prima di incontrarsi farà la differenza.

Come costruisco la mia identità digitale in maniera efficace?

Diffida sempre da una guida generale su come creare efficacemente “qualcosa”.

Soprattutto se stiamo parlando di comunicazione, online marketing e social media. In queste “discipline” non esiste e mai esisterà la ricetta perfetta. Chi sostiene questo sta vendendo un “pacchetto” di informazioni precostruito. Quello che posso fornire senza conoscerti, non avendoti cercato online, non conoscendo i motivi per cui desideri avere un personal branding efficace sono solo una serie di semplici suggerimenti.

1) La verità viene sempre a galla.

Il web non è un modo a parte. Per quanto tu possa sforzarti di costruire un altro te stesso, se questo personaggio non è la copia esatta di chi sei in realtà prima o poi verrà fuori. Questo discorso vale sul web come nella vita reale: non cercare di essere qualcun altro, inventando storie, costruendo profili ad hoc o semplicemente mentendo.

Se la persona che sei in realtà non è quella che vorresti essere, prima di spendere anche un solo secondo a cercarti online, pensa bene a chi vorresti essere e perché desideri cambiare. Quando avrai dato risposta a questi interrogativi, vai al punto 2 e lancia i dadi!

2) Cerca il tuo nome e cognome su Google.

Se sei iscritto a qualche social network più o meno famoso è molto probabile che tra i primi risultati ci sia proprio quello. Non approfondiremo il contenuto del tuo profilo in questo articolo e la maniera per renderlo efficace per lavorare online, tuttavia ricorda che esistono moltissimi social network.

Se hai una iscrizione su tutti i social più conosciuti potrai avere maggiori possibilità di monopolizzare la prima pagina di Google con questi risultati avendo così il controllo dei siti dove un potenziale cliente, datore di lavoro, amico o collega potrà trovare informazioni su di te.

Cosa? Non ti piace Linked In perché non ha la chat con le emoticon?

E consideri Google Plus la copia di Facebook?

E non usi You Tube con il tuo account perché tanto non condividerai alcun video?

Non hai un profilo Behance per pubblicare i tuoi lavori di design?

Beh… questa è una guida introduttiva e chiaramente non posso cambiare il tuo modo di vedere le cose, tuttavia se le possibilità sono a portata di click, non vedo perché sforzarsi a trovare mille scuse: forza, vai a registrati, magari in un prossimo articolo vedremo quali social network sono più utili per le professioni online.

3) Link da altri siti, Partecipare alla vita digitale, associazioni online.

Un giorno un head hunter professionista mi diede un saggio consiglio: “Se per lungo tempo non hai svolto alcuna attività lavorativa il tuo curriculum risulterà lacunoso, cosa hai fatto in quegli anni? Comodamente adagiato sul divano a chattare e perder tempo? Probabilmente sei incline a non dare il 100% sul lavoro, a parità di condizioni sceglierei un candidato più attivo.”

Ti è stato mai chiesto “Che hobby hai? Cosa fai nella vita?” (eheheh chi mi conosce sa che al 99% faccio questa domanda ogni qual volta incontro una persona nuova). La nostra vita non è composta solo da casa e lavoro: siamo tutti inclini a svagarci e a ricercare la socialità. Questa cosa traspare anche online.

Se nel tempo libero o per professione partecipi a concorsi, forum di discussione, newsgroup (esistono ancora i newsgroup?) oppure scrivi per il giornalino della parrocchia online, per una webzine di informatica, per il giornale locale stai semplicemente dimostrando che la tua vita è fatta anche di “altro” che assume un valore.

Quando partecipate ad un progetto di qualunque tipo, che abbia un risvolto digitale fate in modo che vi sia un riconoscimento (credits) online alla vostra persona. Molte webzine danno la possibilità di avere un proprio profilo online, molti siti e forum hanno un profilo pubblico con le informazioni dell’iscritto. Questi sono elementi che possono essere utilizzati per la costruzione della propria identità digitale.

4) Pulizie di primavera

Periodicamente fai un elenco dei siti in cui hai lasciato le tue informazioni. Ti meraviglierai di quanti siano: con l’avvento dei vari “Facebook/Twitter/Linked In Connect”, l’iscrizione ad un sito è diventata veloce ed indolore.

Inoltre esistono molti siti “aggregatori” dei nostri profili social dove, pur non essendo iscritti troveremo i nostri recapiti, informazioni, foto rubacchiate qui e là in Rete. Analizza quali informazioni sono maggiormente in vista e la tematica trattata dai singoli siti. Quelli che sono attinenti alle tue esigenze di lavoro o personali possono essere lasciati o migliorati (aggiornamento delle informazioni, cambio della foto, sostituzione di nickname con il proprio nome e cognome), mentre quelli che potrebbero danneggiare la tua immagine, o semplicemente che non vorresti avere online, vanno modificati o cancellati (eliminando il proprio profilo e attendendo alcune settimane affinché Google ripulisca il proprio archivio, oppure contattando i webmaster per richiedere la cancellazione dei contenuti).

5) Sei una webstar quindi in giro si parla di Te?

Se all’interno dei risultati di ricerchi trovi molti articoli che parlano di te (in maniera positiva / negativa) e desideri lavorare di fino per ripulire e raffinare questi risultati gestiti da altre persone puoi contattare gli autori e richiedere di modificare titoli e contenuti del sito, richiedere la cancellazione dei contenuti o lasciare commenti agli articoli a tuo nome per alimentare un contradditorio sereno e pacifico, chiarire punti di vista che non condividi più o su cui le tue precedenti idee non riflettono più la realtà.

Un punto di vista a tuo favore potrà essere non condiviso, ma quantomeno sarà una risposta migliore dell’assoluto silenzio alle critiche che non lascia spazio a punti di vista alternativi per chi legge.

Una volta un Cliente mi chiese come avrebbe potuto CENSURARE tutti gli articoli che parlavano male di lui. Purtroppo e per fortuna questa è la pratica meno adatta per la costruzione della propria identità digitale: la libertà di pensiero ed espressione sono valori cui tutti sono fieri e lieti di difendere a colpi di spada (e penna) quindi tutto ciò che prevede un’azione forzata si scontrerà, inevitabilmente, contro un muro di critiche e, spesso, un danno di immagine. E’ chiaro che questo è un discorso generale, dove si vedono infranti i propri diritti e si sta subendo un danno è possibile e lecito procedere legalmente.

6) Acquista un dominio con il tuo nome e cognome.

Il modo migliore per posizionare una parola chiave è acquistare il nome a dominio che la contiene per esteso. Se riesci a trovare disponibile il dominio nomecognome.it (o qualunque altra estensione disponibile) potrai utilizzarlo per inserire un elenco di link ai tuoi social network, pubblicare il tuo curriculum o portfolio ed essere certo di averlo, col tempo e un po’ di lavoro, come primo risultato nei motori di ricerca (chiaramente se ti chiami Adolf Hitler o Maria Teresa di Calcutta Madre Teresa di Calcutta, forse apparirai un po’ più in basso però ci potrai comunque lavorare…)

7) Combatti il nemico peggiore: te stesso.

Se non vuoi che una cosa vada online, non farla! Molte persona parlano di privacy e temono che le foto o le prove di momenti imbarazzanti (o peggio) vadano online…Se magari si evitasse di cacciarsi in situazioni sconveniente probabilmente non si correrebbe il minimo rischio. Tuttavia in casi estremi o per necessità varie, è sempre possibile lavorare di fino per trovare una soluzione.

In conclusione

Creare una identità digitale per sé stessi è un buon modo per aiutarvi nell’iniziare relazioni digitali online. In un mondo fatto di bit e chip il passaparola è ancora la miglior fonte di nuove opportunità per tutti. Quando questo viene a mancare non bisogna lasciarsi sfuggire alcuna occasione per presentarsi al meglio ed iniziare una proficua relazione.

Vi siete cercati su Google? Avete trovato qualcuno di interessante? Condividete la vostra esperienza con un commento: sono curioso di sapere chi siete in realtà!

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